Vocali
Settembre – ottobre 2020
Stamperia d’Arte Albicocco, Udine
Arthur Rimbaud
Vocali
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali, un giorno o l’altro parlerò delle vostre nascite latenti: A, corsetto neropeloso di mosche clamorose che ronzano intorno a fetori crudeli, | golfi d’ombra; E, candori di vapori e di tende, lance di ghiacciai fieri, re bianchi, fremiti umbellati; I, porpore, sangue sputato, riso di labbra belle nella collera o nelle ubriachezze che si pentono; | U, cicli, vibrazioni divine di mari verdi, pace dei pascoli seminati di animali, pace delle rughe che l’alchimia stampa sulle grandi fronti studiose; | O, suprema Tromba piena di strani suoni striduli, silenzi attraversati dai Mondi e dagli Angeli: – Oh l’Omega, raggio viola dei Suoi Occhi!
(traduzione di Giovanni Agosti)
Arthur Rimbaud
Voyelles
A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu: voyelles,
Je dirai quelque jour vos naissances latentes:
A, noir corset velu des mouches éclatantes
Qui bombinent autour des puanteurs cruelles,
Golfes d’ombre ; E, candeur des vapeurs et des tentes,
Lances des glaciers fiers, rois blancs, frissons d’ombelles;
I, pourpres, sang craché, rire des lèvres belles
Dans la colère ou les ivresses pénitentes;
U, cycles, vibrements divins des mers virides,
Paix des pâtis semés d’animaux, paix des rides
Que l’alchimie imprime aux grands fronts studieux;
O, suprême Clairon plein des strideurs étranges,
Silences traversés des Mondes et des Anges:
– Ô l’Oméga, rayon violet de Ses Yeux!
Prende ispirazione da una delle più celebri poesie della modernità il ciclo che Giovanni Frangi presenta a Udine. Voyelles (1871) è il capolavoro di Arthur Rimbaud; Vocali è il titolo di questa serie di incisioni all’ acquatinta. Il poeta si avventura in un gioco visionario di associazione tra il suono delle vocali, componenti minime del linguaggio, e i colori. La A è il nero a cui si oppone il bianco che risuona nella E; la I è il rosso violento che crea un attrito con il verde che risuona nella U; infine la O associata al blu, colore abissale che rimanda all’Omega. Frangi qui segue la logica eccitata del grande poeta che va di contrasto rispetto ad accoppiamenti di segno naturalistico, per lasciar spazio ad associazioni più libere e visionarie. È una scelta ancor più significativa in quanto – con Vocali – Frangi rivisita alcuni tra i motivi centrali della sua produzione: gli arcipelaghi, Venezia, i sassi, il fiume, le baite sulle pendici del San Bernardino. Ognuno di questi temi viene presentato con associazioni che ne forzano la visione: così l’arcipelago è il nero che riporta ai “golfes d’ombre” della poesia. Il bianco è una Venezia filtrata da uno sguardo fantascientifico. Le nevi scoscese del San Bernardino sono bagnate di un rosso quasi cruento. Sulle acque del torrente è stata proiettata una luce verde smeraldo. Infine i sassi galleggiano come meteoriti dentro la profondità di un blu cosmico.
Con queste associazioni cromatiche dissonanti le immagini di Frangi innescano stimolazioni sensoriali impreviste, secondo quel metodo sinestetico che Rimbaud ha attivato con i suoi versi.
Giuseppe Frangi









